Chiesa Parrocchiale di San Martino

“Sorge sul colle sopra il villaggio. Dell’edificio romanico, attestato in carte del 1237 e del 1285 non rimangono tracce evidenti. La costruzione attuale data del 1888; non ha particolare valore artistico. 

All’interno, sulla cantoria, sono rimaste tre piccole formelle a stucco del XVII sec, raffiguranti due angeli adoranti il Santissimo. Dei dipinti cinquecenteschi decoranti il presbiterio non è più traccia. 

Nel 1461 la chiesetta aveva già un proprio cappellano e i parrocchiani chiesero di erigervi un battistero; nel 1483 si stacca dalla matrice bellinzonese; l’erezione a parrocchiale è confermata nel 1591. Nel 1695 la Compagnia del SS. Sacramento vi espone le reliquie donate dal camorinese Carlo Morelli dimorante a Roma.” (pp. 35-41).

La Chiesa Parrocchiale ospita i Santi Martiri. Ne parliamo più in dettaglio in questa pagina dedicata.

Leggenda sulla chiesa di San Martino 

“Parecchi secoli fa la gente di Camorino decise di costruire la propria chiesa in collina nella zona denominata “Vallà”; si preparò perciò tutto il materiale occorrente trasportando fin lassù le pietre con carri e buoi. Ma un giorno, con grande meraviglia, gi abitanti non trovarono i sassi dove li avevan così faticosamente trasportati, bensì in un leggero pianoro ove sarebbe sorta l’attuale chiesa parrocchiale di San Martino. Allora, credendo ad uno scherzo di qualche buontempone, riportarono tutto il materiale nel luogo originariamente scelto per la costruzione dell’edificio sacro. I Camorinesi, però, la mattina seguente ritrovarono ancora le pietre dove chissà chi le aveva depositate il giorno prima. Per un po’ di tempo s’andò avanti con questo andirivieni assai… pesante finchè, un bel giorno, escludendo doversi trattare di una burla, si decise finalmente di innalzare la chiesa dove si continuava a trovare i sassi e dove ancora oggigiorno la possiamo ammirare. 

E’ da notare che questa leggenda di carattere magico-religioso si ritrova pure, con toponimi diversi, in altri paesi della Svizzera italiana, tra i quali, a noi vicino, Pianezzo.” (p. 41).