Dal Vangelo secondo Matteo (Mt13,33-37)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Riflessioni

L’inizio di un nuovo anno liturgico è sempre marcato dalla Chiesa con un forte invito alla vigilanza e alla speranza, che sono atteggiamenti caratteristici del tempo di Avvento. Nel nuovo ciclo, che oggi comincia, sarà soprattutto l’evangelista San Marco ad offrirci, domenica dopo domenica, i passi del “Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio” (Mc 1,1). Nel breve passaggio di Vangelo di oggi appare per ben quattro volte il comando di vegliare-vigilare, come condizione necessaria per incontrare il Signore al momento del suo ritorno (v. 35). L’attesa sarà appagata, non resterà un’illusione. Sarà una venuta a sorpresa, ma certa.

La liturgia ci fa vivere nell’attesa del Signore che ritornerà, facendoci rivivere efficacemente la Sua prima venuta nel Natale. È questa, infatti, la forza speciale dei sacramenti della Chiesa, che rendono presenti oggi i misteri cristiani che ebbero luogo nel passato. In questo modo, la storia è pienamente recuperata e diventa storia di salvezza nell’oggi di ogni cristiano. Ma ad una condizione: che l’attesa diventi attenzione al Signore che viene; cioè, preparazione paziente di un cuore ben disposto e purificato. Paolo (II lettura) invitava già i fedeli di Corinto a vivere in attesa vigilante, “mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo” (v. 7), nella certezza che “fedele è Dio” (v. 9), il quale porterà a compimento la sua opera di salvezza.