Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 3,13-17)

In quel tempo, 13Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Riflessione: Battesimo del Signore

Sono molti i cristiani che si fanno un dovere di meditare sul dono meraviglioso che è stato loro dato il giorno del battesimo? E noi ?… Abbiamo compreso che cosa significa questa espressione: diventare figli di Dio? Perché non si tratta solo di un modo di dire: è una precisa realtà, come afferma san Giovanni. 

Quale risposta daremo a questo Dio eterno, onnipotente e infinito, che ha fatto di noi i suoi figli diletti? Una risposta di amore! Essere cristiani quindi vuol dire vivere in comunione di amore. 

– Vivere in comunione di amore vuol dire rigettare formalmente tutto ciò che potrebbe indebolire o distruggere questa comunione, ciò che noi chiamiamo “peccato”, cioè il rifiuto di conformare la nostra condotta alla volontà di Dio. 

– Vivere in comunione di amore vuol dire fare solo ciò che piace a Dio, prevenendo perfino i suoi desideri, sull’esempio di Cristo che diceva: “Io faccio sempre ciò che è gradito al mio Padre celeste”. 

– Vivere in comunione di amore vuol dire cercare nelle relazioni con i fratelli un’intesa perfetta, nella pace, nella dimenticanza di sé, nella dedizione e nell’amore fraterno. 

– Vivere in comunione di amore vuol dire essere obbedienti come Cristo, fino alla morte di croce, se Dio nei suoi imperscrutabili disegni ci chiama fino a quel punto.