Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,40-45)
Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Riflessione VI Domenica del Tempo Ordinario:
Il Vangelo di oggi ci parla di una persona emarginata che, ai nostri giorni, nessuno di noi potrebbe sicuramente incontrare: un lebbroso.
Con “lebbra” al tempo di Gesù si indicava qualsiasi malattia grave della pelle, e non soltanto quella che alla fine dell’Ottocento il medico norvegese Hansen riuscì a identificare (e a trovare così la cura adatta).
Specialmente questa malattia era considerata un castigo di Dio in seguito ai peccati, una forma di punizione divina a causa delle deformazioni che procurava al corpo. Secondo le antiche religioni infatti, tra cui anche l’antico ebraismo, i peccati dell’anima si ripercuotevano visivamente sul corpo.
Il lebbroso dunque non suscitava compassione dal momento che era ritenuto un peccatore, e quindi impuro, e doveva vivere lontano dai villaggi come un emarginato. Era in pratica un “morto vivente” e soprattutto non poteva né avvicinare, né essere avvicinato. Siccome la malattia era contagiosa, tutte le persone affette dovevano indossare campanelli, sonagli, oppure gridare “Impuro! Impuro!” per permettere agli altri di accorgersi in tempo della loro presenza ed allontanarsi al loro passaggio. Questa era la legge.
Ho fatto questa lunga ma importante premessa, per farvi capire qual è la buona notizia che ci viene comunicata nel brano che abbiamo letto oggi: il Signore Dio non emargina nessuna persona, nessun malato, nemmeno un lebbroso. Per Lui nessuno è impuro. Dio ha compassione verso tutti.
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