Riflessione del Vangelo Secondo Giovanni:

 Gesù trova la Samaritana vicino al pozzo, luogo tradizionale per gli incontri e le conversazioni (Gn 24,10-27; 29,1-14). Egli parte dalla necessità molto concreta della sua propria sete e fa’ in modo che la donna si senta necessaria e serva. Gesù si fa’ bisognoso di lei. Dalla domanda egli fa si che la Samaritana possa scoprire che Gesù dipende da lei per risolvere il problema della sua sete. Gesù risveglia in lei il gusto di aiutare e servire.
Il dialogo di Gesù con la Samaritana ha due livelli. 1. Il livello superficiale, nel senso materiale dell’acqua che disseta le persone, e del senso normale di marito come padre di famiglia. In questo livello, la conversazione è tesa e difficile, e non ha continuità. Chi ne trae vantaggio è la Samaritana. All’inizio, Gesù ha tentato un incontro con lei attraverso la porta del lavoro giornaliero (prendere acqua), ma non vi è riuscito. Poi, ha tentato per la porta della famiglia (chiamare il marito), e non ha avuto risultato. Finalmente, la Samaritana ha preso l’argomento della religione (luogo dell’adorazione). Gesù è riuscito ad entrare per la porta che lei ha aperto. 2. Il livello profondo, nel senso simbolico dell’acqua come immagine della vita nuova portata da Gesù e del marito come simbolo dell’unione di Dio con il suo popolo. A questo livello, la conversazione ha una continuità perfetta. Dopo aver rivelato che lui stesso, Gesù, offre l’acqua della vita nuova, dice: “Va a chiamare tuo marito e poi ritorna qui!”. Nel passato, i samaritani hanno avuto cinque mariti, idoli, legati ai cinque popoli che furono portati verso quel luogo dal re di Assiria (2Re 17,30-31). Il sesto marito, quello che aveva adesso, non era quello vero: “quello che hai ora non è tuo marito!” (Gv 4,18). Non realizzava il desiderio più profondo del popolo: l’unione con Dio, come marito che si unisce alla sua sposa (Is 62,5; 54,5). Il vero marito, il settimo, è Gesù, come fu promesso da Osea: “E ti farò mia sposa per sempre; e ti farò mia sposa in un connubio di giustizia, di giudizio, di pietà e di misericordia. E ti farò mia sposa fedele, e riconoscerai che sono io il Signore!” (Os 2,21-22). Gesù è lo sposo che è arrivato (Mc 2,19) per portare la vita nuova alla donna che lo ha cercato tutta la vita e, fino adesso, non lo aveva trovato. Se il popolo accetta Gesù come “sposo”, avrà accesso a Dio ovunque sia, tanto in spirito che in verità (vv. 23-24).