Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10,27-30)
«27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 29Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. 30Io e il Padre siamo una cosa sola».
Chiave di Lettura:
Le pecore di Gesù ascoltano la sua voce: si tratta non solo di un ascolto esterno (3,5; 5,37) ma anche un attento ascolto (5,28; 10,3) fino all’ascolto obbediente (10,16.27; 18,37; 5,25). Nel discorso del pastore questo ascolto esprime la confidenza e l’unione delle pecore al pastore (10,4). L’aggettivo «mie» non indica soltanto il semplice possesso delle pecore, ma mette in evidenza che le pecore gli appartengono, e gli appartengono in quanto ne è il proprietario (10,12).
Ecco, allora, stabilirsi una comunicazione intima tra Gesù e le pecore: «ed io le conosco» (10,27). Non si tratta di una conoscenza intellettuale; nel senso biblico «conoscere qualcuno» significa soprattutto avere un rapporto personale con lui, vivere in un certo qualmodo in comunione con lui. Una conoscenza che non esclude i tratti umani della simpatia, amore, comunione di natura.
In virtù di questa conoscenza d’amore il Pastore invita i suoi a seguirlo. L’ascolto del Pastore comporta anche un discernimento, perché tra le tante voci possibili sceglie quella che corrisponde a una precisa persona (Gesù). In seguito a questo discernimento, la risposta si fa attiva, personale e diventa obbedienza. Questa proviene dall’ascolto. Quindi tra l’ascolto e la sequela del Pastore sta il conoscere Gesù.
Per la Festa dei Santi Martiri chiediamo l’intercessione dei Santi Martiri che faccia scendere lo Spirito Santo “senza misura” sulla nostra parrocchia, la preservi dalla mormorazione e dal rimpianto, la liberi dalla paura di aprirsi alla novità. Niente la spaventi e la turbi; la sua vita diventi Eucarestia, gioioso rendimento di grazie, dolce scoperta che “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Non la spaventi il suo peccato e la sua debolezza: in mano allo Spirito Santo, può diventare esperienza di misericordia e di perdono. Amen
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